VIA CLAVATURE
Nomi di vie bizzarri in città se ne contano davvero parecchi, ma ce n’è uno che è tra i più citati, se non altro per la posizione assolutamente centrale che questa strada ricopre; si tratta di Via Clavature.
Siamo nel cuore del mercato medievale a pochi passi da Piazza Maggiore. In questo “quadrilatero” fatto di vie ortogonali, troviamo gli antichi nomi derivanti dai mestieri che qui si svolgevano.
Le ipotesi sul nome di questa via sono tante e varie, ma quella che si ritiene più verosimile la da il #Banchieri, storico bolognese. Banchieri sostiene che la parola derivi dal dialettale “ciavadur”, chiavature, che altro non erano che le serrature! Quindi il luogo dove si fabbricavano le serrature.
E’ anche ipotizzabile che essendo questa una zona tipicamente di mercanti, qui vi fossero anche tanti magazzini dove venivano stivate le merci. Queste, per poter essere ben protette, venivano messe sotto chiave e quindi è possibile che le porte fossero rinforzate da decine di serrature, talmente tante da diventare un identificativo della via.
La storia della toponomastica cittadina tuttavia è fatta di cambiamenti e stravolgimenti e questa strada per un breve periodo di tempo successivo alla Prima Guerra #Mondiale, fu rinominata Via Piave, per celebrare le gesta militari italiane.
Non tutti sanno che… esiste anche una mappatura delle cosiddette “vie estinte” ovvero vicoli o vie che nel corso del tempo sono state chiuse o trasformate, o addirittura inglobate in costruzioni private. Quest’ultimo fatto avviene proprio al civico 18. Il corridoio interno che porta all’ingresso della #Trattoria Gianni, era un antico vicolo chiamato vicolo beccapesce o “fossa di San Silvestro”. Questi nomi ricordano il fatto che la Bologna medievale era fitta di fiumi e canali ed è quindi ipotizzabile che in quel punto vi arrivasse una piccola derivazione dell’Aposa che scorre qualche metro più ad oriente.