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Immagine del redattoreEmilia Romagna Tour Guide

Assaggi – Vino Boliviano “Bodega Campos de Solana”

DIVINO ANDINO – IL ROMANZO

Apparentemente Oruro è solo miniere e Carnevale come pensano i tanti turisti che la sottovalutano ma scavando in profondo è pronta a sorprendere; come accadde poco dopo in Calle Ayacucho una volta riconquistata la luce al termine della ripida uscita.Una cosa del tutto inaspettata: lo spaccio diretto di un produttore di vino tra i più famosi di Bolivia: Bodega Campos de Solana (cosa ci faceva in una città di minatori così poco battuta dal turismo?).

Era una marca che ancora non conoscevo, ma l’avevo vista più di una volta nelle carte dei vini di La Paz, a fianco del onnipresente Casillero del Diablo(cileno). Dietro il bancone stava una signora di mezz’età sorridente, probabilmente una parente dei produttori Quando la informammo che eravamo diretti a Tarija(unica zona di produzione di vino in Bolivia), mi appuntò sul retro di un biglietto da visita: Calle 15 April n.259 /663-1933, nel caso volessimo passare a visitare la cantina.

Assaggiai due vini e fu subito amore.

Che gran gusto! Che pulizia! Non so se ero influenzato dalla sorpresa di trovare un banco d’assaggio in un luogo inaspettato, ma i vini mi convincevano. Non hanno un nome, ma solo l’indicazione della varietà con cui sono fatti e l’anno. Monovarietale, Bivarietale, Trivarietale.

Il primo fu un Malbec in purezza, anno 2009. Un vino rosso con riflessi violacei particolarmente carico di colore con odori di frutta rossa  matura e sottofondo di pepe. In bocca lascia una bella persistenza e leggera speziatura, schietto ma non aggressivo.

Poi un fantastico Trivarietal fatto di Cabernet Sauvignon, Merlot e Tannat. Non si sapevano le percentuali, ma sicuramente predominava il Cabernet Sauvignon.

Era un vino particolare, che aveva fatto un passaggio in rovere francese e americano guadagnandone in finezza e eleganza. Il colore era rosso rubino intenso, con un alto residuo fisso dovuto all’imbottigliamento senza filtraggio che ne ha valorizzato il corpo. I tannini erano quasi al punto giusto; avrebbe potuto invecchiare ancora per qualche anno che sarebbe stato comunque molto gradevole.

Un bis di assaggi che avevano aumentato di molto l’aspettativa per la successiva tappa enologica in terra boliviana.Dovevamo rientrare all’ostello, preparare gli zaini e aspettare l’indomani, martedì, il treno settimanale della tratta Oruro-Villazòn con fermata nella notte alla stazione di Uyuni, sempre più a Sud-Ovest, sempre sull’altipiano.


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